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Degli esperti hanno scoperto cosa hanno in comune tutte le persone over 90 in perfetta forma, ed è alla portata di tutti

Oltre il 90 per cento dei centenari che vivono in alcune aree del pianeta non soffre di malattie croniche legate all’età e mantiene un’autonomia completa nelle attività quotidiane.

Una serie di studi internazionali ha identificato cinque regioni del mondo dove la longevità non è un’eccezione ma una regola. Queste aree, note come “zone blu”, mostrano una concentrazione di persone sopra i novant’anni in perfette condizioni fisiche e mentali.

L’osservazione di queste comunità mette in discussione il modello occidentale di salute basato su palestra, integratori e ipercontrollo calorico. Secondo le ricerche coordinate dal giornalista e antropologo Dan Buettner, il segreto sarebbe altrove: nella quotidianità semplice, nel movimento naturale, nei legami sociali solidi e nell’alimentazione sobria ma costante.

I luoghi dove si vive più a lungo esistono davvero

Dalla Sardegna al Giappone, passando per Costa Rica, Grecia e California: sono questi i territori riconosciuti come “zone blu”. In alcuni villaggi della Barbagia sarda si contano fino a 10 centenari ogni 2000 abitanti. A Okinawa la speranza di vita femminile supera gli 87 anni. Numeri che impressionano gli epidemiologi perché si ripetono da decenni senza interventi farmacologici o tecnologici particolari.

Regione Paese Speranza di vita media
Barbagia Italia 85 anni
Okinawa Giappone 87 anni
Nicotera (Ikaria) Grecia 84 anni
Nicotoya Costa Rica 83 anni
Loma Linda Stati Uniti (California) 81 anni

I dati raccolti mostrano che l’età avanzata non coincide necessariamente con fragilità. In queste zone le malattie cardiovascolari, il diabete e la demenza risultano inferiori del 50 per cento rispetto alla media dei Paesi industrializzati.

Nessuna palestra ma molto movimento spontaneo

La sorpresa più grande riguarda lo stile di vita attivo senza esercizio strutturato. Gli abitanti delle zone blu non frequentano centri fitness né seguono programmi sportivi. Camminano per andare al lavoro o a trovare amici, curano orti dietro casa, cucinano con ingredienti freschi e fanno piccoli lavori manuali ogni giorno.

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Questo tipo di attività costante mantiene articolazioni e muscoli in allenamento senza stress meccanici.

  • Camminare da 6 a 8 chilometri al giorno tra spostamenti e faccende domestiche;
  • Lavorare nell’orto almeno due stagioni l’anno;
  • Evitare automobili per brevi tragitti quando possibile;
  • Mantenere la casa priva di dispositivi che sostituiscano i gesti manuali quotidiani.

I ricercatori dell’Università della California hanno stimato che questo tipo di attività genera un dispendio energetico medio simile a quello di chi pratica sport tre volte alla settimana, ma distribuito su tutta la giornata. Una differenza sostanziale che sembra rallentare l’invecchiamento cellulare.

L’alimentazione minima che fa vivere meglio

Tutte le comunità longeve condividono un regime alimentare povero ma bilanciato: prevalgono verdure locali, cereali integrali, legumi e piccole quantità di proteine animali. Il consumo medio giornaliero di carne non supera i 60 grammi mentre vino rosso o bevande fermentate vengono consumati solo durante i pasti principali.

I ricercatori dell’Università di Harvard hanno evidenziato una riduzione del rischio cardiovascolare del 35 per cento nei soggetti che seguono modelli alimentari simili. Una dieta semplice ma regolare si traduce quindi in una minore incidenza di infiammazione cronica.

I legami sociali come fattore protettivo invisibile

Nelle zone blu nessuno vive isolato. Le famiglie allargate restano unite nello stesso quartiere o nello stesso paese, gli anziani partecipano alla vita comunitaria fino all’ultimo giorno utile. Amicizia, appartenenza religiosa o volontariato locale formano reti sociali che agiscono come barriera contro solitudine e depressione senile.

L’Istituto Superiore di Sanità ha confermato nel 2023 che chi dispone di relazioni sociali stabili ha una probabilità inferiore del 40 per cento di sviluppare deterioramento cognitivo rispetto a chi vive solo. Un dato che coincide con le osservazioni condotte nei villaggi sardi e giapponesi analizzati da Buettner.

Cosa può imparare una famiglia italiana oggi

L’Italia possiede già molte delle condizioni culturali necessarie: dieta mediterranea, convivialità diffusa e clima favorevole al movimento all’aperto.

Riprodurre parte dello stile delle zone blu non richiede trasferimenti né investimenti particolari ma un cambiamento d’abitudine: ridurre la sedentarietà domestica, mantenere rapporti familiari stretti e riscoprire l’autoproduzione alimentare anche su piccoli spazi urbani.

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Diversamente da quanto promesso dalle nuove mode del benessere digitale o dai programmi intensivi da palestra, l’approccio naturale osservato nelle popolazioni longeve dimostra che la semplicità quotidiana resta il motore più efficace della salute duratura.

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