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Dopo che un cane gli ha impedito di togliersi la vita, un imprenditore vende la sua Ferrari per aprire un rifugio

In Italia ogni anno vengono abbandonati oltre 90.000 cani e circa 60.000 gatti, con picchi significativi nei mesi estivi secondo i dati del Ministero della Salute.

Un gesto inatteso di un animale può cambiare il destino di una persona. È quanto accaduto a un imprenditore giapponese che, dopo aver vissuto una crisi personale e professionale profonda, ha trovato nella fedeltà del suo cane una ragione per ricominciare.

Da quell’episodio è nata una scelta radicale: vendere la sua auto di lusso per creare un rifugio dedicato agli animali abbandonati, trasformando un momento di disperazione in un progetto di solidarietà.

Quando un animale diventa l’ancora di salvezza

L’uomo, noto nel settore tecnologico giapponese, si trovava in pieno collasso finanziario dopo anni di successo. Le perdite economiche lo avevano portato sull’orlo della rovina personale. In quel momento critico, il suo cane gli si è parato davanti bloccandolo fisicamente dal compiere un gesto estremo. Un atto semplice ma determinante.

Da quell’istante la prospettiva è cambiata. La consapevolezza che una vita — anche quella di un animale — potesse attribuire valore e significato all’esistenza umana ha aperto una nuova strada. L’imprenditore ha deciso di dedicare tempo e risorse al mondo del volontariato animalista.

Dal lusso alla rinascita: la vendita della Ferrari per costruire speranza

Per finanziare il suo progetto, l’ex imprenditore ha messo in vendita la sua Ferrari 458 Italia, stimata oltre 200.000 euro sul mercato dell’usato. Con il ricavato ha acquistato un terreno nella prefettura di Chiba e avviato i lavori per realizzare un rifugio autosufficiente dal punto di vista energetico.

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L’iniziativa ha preso forma con il nome “Wansfree”, una struttura che accoglie animali feriti o abbandonati senza alcuna selezione preventiva. Il centro dispone oggi di box climatizzati, aree verdi recintate e una piccola clinica veterinaria interna convenzionata con l’Ordine dei Veterinari locale.

  • Superficie totale: circa 3.500 metri quadrati
  • Cani ospitati stabilmente: 40
  • Gatti ospitati: 8
  • Personale fisso: 5 operatori più volontari a rotazione

Il rifugio come modello sociale e terapeutico

L’esperienza non è rimasta isolata. Diverse università giapponesi hanno iniziato a studiare il caso Wansfree come esempio di impatto sociale positivo derivante dall’interazione uomo-animale in situazioni post-traumatiche. L’idea alla base è semplice: dare una seconda possibilità a chi non ne aveva più alcuna.

Anche in Italia progetti analoghi stanno prendendo piede. Secondo l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), negli ultimi tre anni sono nati oltre cinquanta nuovi rifugi autofinanziati da privati o associazioni familiari che mirano a reinserire animali abbandonati in contesti educativi o terapeutici.

Dall’impresa alla solidarietà: quando il successo cambia volto

L’imprenditore oggi vive all’interno del rifugio insieme ai suoi cani e ai volontari che lo assistono nelle attività quotidiane. Lontano dal lusso dei circuiti automobilistici e dagli uffici direzionali, gestisce invece turni di cura e manutenzione delle strutture, occupandosi personalmente dell’alimentazione degli animali più fragili.

I visitatori raccontano spesso il contrasto tra ciò che era — simbolo della competizione economica globale — e ciò che è diventato: testimone concreto del potere rigenerativo della solidarietà. Alcuni ex dipendenti della sua azienda collaborano ora come sostenitori del progetto, donando parte del proprio tempo libero alle attività del rifugio.

Un modello replicabile anche in Italia?

L’esperienza giapponese solleva domande attuali nel contesto italiano, dove le strutture pubbliche per cani senza famiglia sono spesso sovraccariche. Secondo i dati ISPRA 2024, solo il 28% dei comuni dispone di canili sanitari adeguati agli standard europei.

La formula adottata da Wansfree – autofinanziamento iniziale seguito da microdonazioni ricorrenti – potrebbe rappresentare una via praticabile anche nel nostro Paese. Alcune regioni stanno già valutando incentivi fiscali per chi destina parte dei propri beni o immobili dismessi ad attività socialmente utili legate al benessere animale.

Paese Cani ospitati annualmente nei rifugi Tasso di adozione (%)
Giappone circa 35.000 62%
Italia oltre 70.000 48%
Francia 50.000 55%

Dalla tragedia alla rinascita condivisa

L’uomo che pensava di aver perso tutto vive ora circondato da vite salvate grazie al suo gesto estremo trasformato in atto d’amore concreto. La Ferrari venduta non è più simbolo di perdita ma strumento di rinascita collettiva: quella dei cani accolti e quella dell’uomo stesso che li cura ogni giorno.

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Sul cancello d’ingresso del rifugio campeggia una scritta semplice ma eloquente: “Ogni vita merita una seconda possibilità”. Parole che riassumono l’essenza di una storia capace di ispirare chiunque si interroghi sul valore autentico delle proprie scelte quotidiane.

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