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Riscaldamento notturno: spegnere tutto o abbassare la temperatura a 16-17 °C per alleggerire la bolletta energetica? Gli esperti consigliano…

Nel 2024, il costo medio dell’energia per una famiglia italiana ha superato i 1 700 euro l’anno, con il riscaldamento che rappresenta fino al 65 % dei consumi domestici.

Quando le temperature scendono e il prezzo del gas continua a crescere, molti italiani si chiedono se convenga spegnere del tutto il riscaldamento di notte o semplicemente abbassare la temperatura. Una decisione che tocca sia il portafoglio sia il comfort familiare.

Secondo i dati di ENEA e ARERA, l’inverno scorso oltre un terzo delle famiglie ha limitato l’uso dei termosifoni per contenere le spese, mentre gli esperti dell’Ademe francese ribadiscono che ridurre di 1 °C la temperatura interna può significare fino al 7 % di risparmio sulla bolletta annuale. Ma tra efficienza e benessere notturno, dove si trova il giusto equilibrio?

Battere i costi senza rinunciare al comfort: cosa dicono studi e tecnici

L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie (ENEA) raccomanda di mantenere 19 °C nelle ore diurne e tra 16 e 17 °C durante la notte. Questo intervallo permette un buon equilibrio tra comfort termico e consumo energetico controllato. I tecnici parlano di “abaissement notturno”: ridurre gradualmente la temperatura durante le ore di riposo, senza spegnere completamente l’impianto.

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Diversi specialisti del settore, come Viessmann Italia e Vaillant Group, evidenziano che un calo troppo brusco della temperatura comporta poi un consumo maggiore al mattino, quando il sistema deve riportare rapidamente la casa alla temperatura desiderata. Il beneficio economico rischia quindi di annullarsi.

I dati raccolti da RSE (Ricerca sul Sistema Energetico) confermano: in abitazioni mediamente isolate, abbassare di 3 °C la notte garantisce un risparmio tra il 5 e il 10 % sui consumi stagionali. Spegnere completamente può invece generare picchi di consumo e stressare la caldaia o la pompa di calore.

Ogni impianto ha le sue regole: non tutti possono essere spenti

Il tipo di riscaldamento incide fortemente sulla strategia notturna. Gli impianti centralizzati a gas o a gasolio con radiatori in ghisa hanno una forte inerzia termica: si raffreddano lentamente ma richiedono molta energia per tornare in temperatura. Per questo motivo gli esperti consigliano solo l’abaissement.

  • Caldaie a condensazione: evitare lo spegnimento totale; preferibile ridurre la temperatura ambiente di 2-3 °C.
  • Pavimenti radianti: mantenere attivo l’impianto con lieve riduzione; tempi lunghi di riavvio sconsigliano lo stop completo.
  • Radiatori elettrici o convettori: ideali per brevi cicli on/off grazie alla bassa inerzia termica.
  • Pompe di calore: efficaci con regolazione costante; lo spegnimento può far aumentare i consumi nei riavvii frequenti.

L’ARERA ricorda inoltre che avviare una caldaia fredda richiede un picco energetico fino al 20 % superiore. Meglio quindi lasciare un minimo regime operativo costante durante le ore più fredde della notte.

L’isolamento come discriminante: pareti fredde o case efficienti?

Nelle abitazioni datate o con scarso isolamento termico, ridurre troppo la temperatura può far penetrare l’umidità nei muri e peggiorare le dispersioni. In questi casi è più razionale mantenere un livello minimo costante piuttosto che alternare caldo e freddo. Al contrario, chi abita in edifici recenti con cappotto termico e infissi performanti può abbassare più decisamente la notte senza rischiare sbalzi significativi al mattino.

Tipologia abitazione Azione consigliata Risparmio stimato*
Anni ‘70 – mal isolata Mantenere 17–18 °C costanti 3–5 %
Anni ‘90 – isolamento medio Bassamento notturno a 16–17 °C 5–8 %
Dopo 2010 – edificio efficiente (classe B o superiore) Bassamento a 15–16 °C o temporaneo spegnimento parziale 8–12 %

*Stime ENEA su base annuale per zona climatica E (Nord Italia)

Tecnologia domestica: quando il termostato intelligente fa davvero la differenza

I nuovi sistemi domotici permettono oggi una regolazione molto più precisa del passato. Termostati smart come Netatmo, Tado° o Hive gestiscono automaticamente gli orari e imparano le abitudini familiari, riaccendendo il riscaldamento mezz’ora prima del risveglio per evitare sbalzi improvvisi. In media permettono un taglio dei consumi fino al 15 % annuo, secondo i dati raccolti dal Politecnico di Milano nel suo Energy Report 2023.

Anche i contatori intelligenti gas ed elettricità offrono nuove opportunità: monitorando gli orari più costosi della tariffa è possibile programmare gli impianti fuori dai picchi giornalieri, ottimizzando ulteriormente i costi complessivi per famiglia.

L’altra faccia della medaglia: salute, comfort e sicurezza domestica

Sebbene dormire in ambienti leggermente più freschi favorisca il riposo, temperature inferiori ai 15 °C possono risultare problematiche per bambini piccoli o persone anziane. I medici dell’Istituto Superiore di Sanità segnalano che una casa troppo fredda aumenta il rischio respiratorio nei soggetti fragili. In questi casi meglio limitarsi ad abbassamenti moderati piuttosto che allo spegnimento totale.

L’equilibrio tra efficienza ed equilibrio termico rimane dunque personale ma orientato dalla logica energetica: meno sprechi non significa necessariamente meno comfort, purché si agisca con metodo e conoscenza dei propri impianti.

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