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Meglio della Francia ma lontana dalla Germania: ecco la posizione dell’Italia in materia di cultura finanziaria secondo questo studio

Solo il 44,3% degli italiani raggiunge un livello sufficiente di alfabetizzazione finanziaria secondo le più recenti rilevazioni internazionali, con notevoli differenze tra generi, età e regioni.

L’Italia si trova in una posizione intermedia nel panorama europeo della cultura finanziaria: meglio di Francia e Grecia, ma ancora distante da Germania e Paesi Bassi. I dati raccolti da organismi internazionali mettono in evidenza un divario che non è solo economico, ma anche educativo. La capacità di gestire il denaro resta un indicatore chiave del benessere familiare e della resilienza sociale, soprattutto in un contesto di inflazione persistente e tassi d’interesse variabili.

Un sistema scolastico che fatica a colmare il divario

L’educazione finanziaria è entrata nei programmi scolastici italiani nell’anno 2024–2025 con sette ore annue dedicate all’interno dell’educazione civica. Si tratta di un passo simbolico ma insufficiente per incidere realmente sulle competenze delle nuove generazioni. Oggi solo circa un quinto delle scuole secondarie ha avviato progetti strutturati sul tema.

La mancanza di continuità tra scuola e vita reale si traduce in una distanza evidente: molti ragazzi comprendono i principi base — come inflazione o risparmio — ma non li applicano concretamente nella gestione quotidiana. Il sostegno arriva spesso da associazioni e fondazioni bancarie, che suppliscono alle carenze strutturali del sistema pubblico.

  • 7 ore annue previste nei programmi scolastici
  • 1 scuola su 5 partecipa a iniziative ufficiali
  • Differenza di 11 punti percentuali tra uomini e donne nei test OCSE

Famiglie vulnerabili davanti al rischio truffe

Nel 2024 oltre 900 mila italiani hanno subito frodi o truffe finanziarie, per perdite complessive stimate in circa 630 milioni di euro. L’assenza di conoscenze minime sui prodotti finanziari espone le famiglie più fragili a rischi crescenti. Le nuove regole anti-spoofing hanno bloccato in soli due giorni dieci milioni di telefonate sospette, segno della portata del fenomeno.

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Educazione FinanziariaQuesta professoressa in pensione ha iniziato a risparmiare la stessa somma ogni mese dal 1980, oggi a 90 anni è milionaria

La debolezza educativa si traduce così in vulnerabilità sociale: chi non comprende i meccanismi dell’interesse composto o le clausole contrattuali tende a cadere più facilmente vittima di promesse irrealistiche. Un problema trasversale che incide anche sulla propensione al risparmio pensionistico: solo un terzo dei lavoratori aderisce oggi a forme di previdenza complementare.

L’Europa corre a velocità diverse

Mentre l’Italia cerca un equilibrio tra iniziative pubbliche e private, i Paesi vicini adottano strategie più coordinate. La Croazia dispone già di un piano nazionale per la cultura finanziaria fino al 2026; la Spagna affida alla banca centrale programmi educativi capillari; la Bulgaria punta su piattaforme digitali e corsi pratici per insegnanti.

Paese Livello medio alfabetizzazione (%) Strategia nazionale attiva
Germania 66 Sì (dal 2019)
Francia 49 Sì (dal 2017)
Italia 44 Sì (dal 2018)
Croazia 60 Sì (2021–2026)
Bulgaria 41 Sì (2021–2025)
Spagna 52 Sì (dal 2008)
Grecia 39 No (in definizione)

I dati mostrano come l’impegno formale non sempre corrisponda ai risultati effettivi. Dove l’insegnamento è continuo e integrato — come in Germania — la popolazione sviluppa comportamenti finanziari più prudenti. Nei Paesi mediterranei prevale invece una conoscenza teorica frammentata, poco tradotta in scelte concrete di investimento o risparmio.

L’alfabetizzazione digitale come nuova frontiera

L’evoluzione tecnologica ha spostato il baricentro dell’educazione economica verso la dimensione digitale: pagamenti elettronici, trading online, criptovalute. In Italia il livello medio di competenza digitale collegata alla finanza resta modesto: meno della metà degli utenti dichiara di saper utilizzare strumenti online senza rischi.

L’introduzione delle app bancarie ha aumentato l’accesso ai servizi ma non sempre la consapevolezza dei loro costi reali. Senza una formazione mirata, le famiglie tendono a sottovalutare commissioni o tassi impliciti nei microprestiti digitali. Le associazioni dei consumatori chiedono campagne informative obbligatorie rivolte ai cittadini over 50, la fascia più esposta alle truffe informatiche.

Dalla consapevolezza individuale alla stabilità collettiva

Aumentare il grado medio di educazione finanziaria non rappresenta solo una questione culturale ma anche economica. Secondo le simulazioni condotte dalla Banca d’Italia, un incremento del 10% delle competenze individuali ridurrebbe del 3% il rischio d’indebitamento improprio nelle famiglie a basso reddito. Gli effetti positivi si estenderebbero anche al mercato assicurativo e pensionistico.

L’attuazione concreta delle politiche resta però lenta: mancano corsi obbligatori per adulti, incentivi fiscali per chi investe nella propria formazione economica e materiali didattici omogenei tra regioni. La sfida è trasformare la consapevolezza diffusa in comportamenti duraturi: leggere i contratti prima della firma, pianificare spese ricorrenti, diversificare gli investimenti. Piccoli gesti che possono cambiare il futuro economico collettivo.

Educazione FinanziariaMio figlio ha 12 anni e ha già 10.000 euro da parte grazie a questa tecnica che pochi genitori conoscono

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