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Ecco i prezzi dei carburanti attesi per gennaio 2026 : milioni di automobilisti coinvolti “presto non potremo più andare al lavoro

Dal primo gennaio 2026 l'accisa su benzina e gasolio sarà identica a 672,90 euro ogni mille litri, un cambiamento che coinvolgerà oltre trenta milioni di automobilisti italiani.

La legge di bilancio uniforma le accise: fine dello sconto sul diesel

Con la legge di Bilancio 2026 il Governo introduce un’accisa unica per benzina e gasolio, cancellando la differenza fiscale che per anni aveva favorito i veicoli a gasolio. L’aliquota sarà fissata a 672,90 euro ogni mille litri, rispetto ai 713,40 euro attuali per la benzina e ai 632,40 euro per il diesel. La decisione accelera il percorso previsto dal decreto legislativo n. 43 del 2025, che prevedeva un avvicinamento graduale nel tempo.

La misura è giustificata con l’eliminazione del cosiddetto “sussidio ambientalmente dannoso”, identificato con il codice EN.SI.24, che aveva mantenuto più bassa l’imposta sui carburanti diesel. Il Ministero dell’Ambiente sostiene che l’allineamento delle aliquote rappresenti un passo necessario verso la transizione ecologica e una maggiore coerenza fiscale.

Quanto cambia alla pompa: il nuovo prezzo del pieno

Tradotti in valori pratici, i nuovi importi corrispondono a una riduzione di 4,05 centesimi al litro per la benzina e a un aumento della stessa entità per il gasolio. Tenendo conto dell’IVA al 22 per cento, l’effetto netto sarà di circa 4,94 centesimi in meno sulla benzina e altrettanti in più sul diesel.

Carburante Aliquota precedente (€/1000l) Nuova aliquota (€/1000l) Variazione al litro
Benzina 713,40 672,90 -0,049 €
Gasolio 632,40 672,90 +0,049 €

In termini concreti un pieno da cinquanta litri costerà circa 2,47 euro in meno per chi usa benzina e 2,47 euro in più per chi utilizza gasolio. Per molte famiglie e pendolari questa differenza annuale potrebbe superare le sessanta euro.

I settori esclusi dall’aumento: agricoltura e industria restano protette

L’aumento dell’accisa non riguarderà tutti gli usi del gasolio. Restano esclusi gli impieghi agricoli e quelli legati ai motori fissi industriali o agricolo-industriali previsti nella Tabella A del Testo Unico delle Accise (decreto legislativo n. 504/1995). In questi casi continueranno ad applicarsi le agevolazioni vigenti.

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Anche il cosiddetto “gasolio commerciale” utilizzato dagli autotrasportatori manterrà un’aliquota agevolata di 403,22 euro ogni mille litri. Con l’aumento dell’accisa ordinaria il rimborso riconosciuto alle imprese salirà automaticamente a 269,68 euro ogni mille litri, pari a circa 26,97 centesimi al litro.

Dove andranno le nuove entrate fiscali

I proventi aggiuntivi derivanti dall’equiparazione non verranno destinati al trasporto pubblico locale come nel precedente intervento del maggio 2025. Le risorse confluiranno invece nel Fondo per l’attuazione della delega fiscale istituito dal decreto legislativo n. 209 del 2023.

I consumatori reagiscono: accuse di stangata e richieste di controlli

L’associazione Codacons ha definito l’intervento una “stangata sul gasolio” chiedendo controlli rigorosi affinché il taglio sull’accisa della benzina si traduca davvero in ribassi alla pompa. Secondo i calcoli dell’associazione un automobilista che fa due pieni di gasolio al mese spenderà circa 59 euro in più all’anno.

Assoutenti ha richiamato l’attenzione sul peso complessivo delle tasse sui carburanti in Italia: secondo i suoi dati la componente fiscale incide per il 60 per cento sul prezzo finale della benzina e per quasi il 57 per cento su quello del diesel. Ciò significa che oltre un euro su due pagato dai cittadini finisce nelle casse dello Stato sotto forma di accise o IVA.

L’Unione Nazionale Consumatori ha criticato la scelta definendola una manovra “per far cassa” e ricordando che lo stesso Ministero dell’Ambiente aveva ipotizzato in passato una convergenza su valori inferiori. L’associazione chiede ora maggiore trasparenza nelle dinamiche dei prezzi alla pompa.

L’impatto sociale: milioni di auto coinvolte nel cambio delle tariffe

I dati ufficiali indicano che circa il 42 per cento delle auto italiane è alimentato a benzina e il 40,9 per cento a diesel: in numeri assoluti si tratta rispettivamente di circa 17 milioni di vetture a benzina e oltre 16 milioni e mezzo a gasolio. L’equiparazione delle accise colpisce quindi una parte enorme della popolazione attiva che usa quotidianamente l’auto per lavoro o spostamenti familiari.

  • Benzina: beneficio medio stimato -2,47 € a pieno da cinquanta litri;
  • Diesel: aggravio medio stimato +2,47 € a pieno;
  • Agricoltura e industria: nessuna variazione grazie alle agevolazioni;
  • Autotrasportatori: rimborso aumentato proporzionalmente all’accisa ordinaria.

Cosa aspettarsi dai primi mesi del nuovo anno

L’efficacia della misura dipenderà dalla reazione del mercato alla variazione fiscale. Le associazioni dei consumatori chiedono monitoraggi costanti sui prezzi nei primi mesi del 2026 per evitare fenomeni speculativi o rincari ingiustificati. Resta da capire se la riduzione sull’accisa della benzina riuscirà effettivamente a compensare gli effetti dell’inflazione energetica o se verrà neutralizzata da dinamiche internazionali legate al prezzo del petrolio o al cambio euro-dollaro.

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63 opinioni su "Ecco i prezzi dei carburanti attesi per gennaio 2026 : milioni di automobilisti coinvolti “presto non potremo più andare al lavoro"

  1. Tutti dimenticano le promesse elettorali: Salvini e Giorgia avevano promesso di togliere parte delle accise… Ricordate i video della lavagna di Salvini e quello alla pompa della Meloni?

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